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alberi tra le nuvole

XVI > Premessa settima: “Virus”. f) Ingiustizie

È anche bene adesso rivolgere il pensiero a chi non abbia le risorse minime indispensabili per una vita dignitosa, se non anche per la stessa sopravvivenza, costretto ad affrontare malattie e drammi ben più gravi di quelli che possiamo immaginare. Stiamo parlando di un impressionante numero di persone, di ogni età e condizione, che ancora oggi, e da tempo immemore, atrocemente ancora tra stenti e malattie soffrono e ovunque muoiono.

Troppe esistenze si trascinano consumate nel silenzio assordante di indicibili dolori, alla più fredda ombra del mondo. E nessuna attenzione mediatica che possa accendere quanto meno un qualche riflettore di speranza, muovere alla compassione, poter chiamare all’azione. 

È sempre un buon momento per ricordare l’evidenza, così spesso assurdamente non considerata, che “gli altri” siamo proprio noi. Pensiamo davvero che non ci riguardino le ingiustizie che altri viventi incessantemente subiscono? Non basta continuare a drogarsi di stupefacente benessere per ritenere possano essere dimenticate sofferenze e miserie. Non è così che la nostra umanità può credere di andare avanti, magari illudendosi di poter trovare la tanto agognata felicità. 

E poi, una volta toccati in prima persona, eccoci là! Subito pronti a schizzare in piedi, urlando i nostri sacrosanti diritti, anche quando questi riguardino il godimento di beni oggettivamente non essenziali. 

Dovremmo avere il pudore almeno di tacere. 

(aulicino)