Skip to main content
albero sfocato

V > Premessa quinta: Rinascita. a) Credere

Nel divino segno dell’Armonia, insieme alla Via Maestra Discendente, già in terra è rivelata la Rinascita.

Ma nessuna potenza illuminante, nessuna rifioritura autentica può davvero ravvivare se non cominceremo semplicemente a credere; se non vorremo riaprire gli occhi, verso dentro, guardando allo spirito, per poi comprendere quanto, anche fuori, la realtà stessa ne sia ad ogni livello sorprendentemente irrorata. 

In ogni limite, in ogni fragilità, così nel bene come nel male, tutto è armonicamente perfetto.

Per natura richiamati, umilmente ascoltando, approdiamo alla fede. In una miracolosa accensione, fremendo allora la nostra anima, siamo invitati all’opera per realizzare quel che sentiamo e sentiremo spontaneamente ascendere. Soltanto occorre un semplice e fondamentale atto di fede.

Ma nulla ancora accadrà a noi che resteremo nell’indifferenza, con le menti e i corpi non disposti in apertura all’amore del mondo e alla dimensione essenziale dello spirito. Ed è proprio da quel nucleo profondo che, in quell’ovunque, fino agli ultimi e sempre rinnovati primi confini, semplicemente emana la Madre Armonia. 

Nulla accadrà se saremo ancora convinti di possedere una qualche verità schiacciante per la quale, in modo unilaterale e violento, pensare e pretendere di poter disporre, ricattare, lottare, mortalmente ignorare. 

E nulla accadrà se non saranno superate quelle iniziali comprensibili difficoltà d’intendere i profondi significati; se cederemo alla sommaria tentazione di giudicare negativamente tutto ciò si presenti al di fuori di nostri cerchi murati o di inflazionati cori dalle sembianze avvenenti. 

Nulla accadrà se, per esempio, trovandoci alla presenza di esternazioni insolite, apparentemente fuori dai soliti schemi, penseremo di poter validamente liquidare qualcuno concludendo che stia esagerando, o che non abbia idea di cosa stia dicendo, o che sia in preda di chissà quali strane esaltazioni, o che magari sia più o meno mascheratamente dedito a chissà quale vanagloriosa ricerca di consensi, uno che potrebbe non disdegnare di sfruttare qualsiasi momento pur di mettersi in mostra. Strano d’altronde come pensieri di questo tipo tendano poi a risparmiare (se non addirittura a premiare!) proprio chi invece sia evidentemente disposto a tutto vendere e vendersi per soldi, fama e poteri; o anche coloro i quali, salterellando qua e là (e non certamente cambiando per tutelare una presunta loro coerenza, ma con la dignità allegramente calpestata!), a vista quindi si atteggino tra vuoti elettricamente illuminati.

C’è tanto vuoto. È così, purtroppo. Assistiamo ad un generale smarrimento. Ma c’è anche tanta buona luce che comincia a rischiarare i nostri passi. C’è voglia di vero cambiamento, di risveglio. Ed espressioni di rivoluzionaria bellezza possono risuonare già ad un passo da noi: impariamo a sentirne la vibrazione. Teniamoci pronti all’ascolto, per riconoscere e riconoscerci. 

Noi siamo qui. E siamo pronti a credere. Meritiamo di credere. Non vogliamo perdere la grandiosa occasione che viene dalla saggia risolutezza del credere. Ed è anche per questa via che giunge la fede. 

Nell’Armonia, in un atto di fede, siamo pronti alla Rinascita.

(aulicino)