XXXIV > Il Male Armonico – 16
Naviganti senza più fede e rispetto, in verità non siamo che profondamente spinti da una terribile sterminata paura di perdere, di non contare, di non tramandarci, di ammalarci, di crollare, di estinguerci nell’oblio.
Abbiamo finito col dedicarci, in una folle e progressiva evasione, allo smodato ottenimento dell’effimero come la via per la nostra stessa affermazione. Ed esultiamo intontiti, in quelle promettenti trame materiali, senza più riuscire ad affrontare e ad accettare costruttivamente i nostri limiti naturali. Tra piramidi incantate di vizi e godimenti vogliamo illuderci che, forse anche per l’eternità, ci si possa salvare. Ma ciò che davvero eternamente stiamo perdendo è proprio in questa vita: la possibilità di essere felici in universale armonia.
Impauriti e prepotenti, tendiamo ad agire come chi, pensando di annegare, concitatamente cominci a spinger giù, con piedi e mani, nel folle efferato tentativo di metter sotto tutto quel che possa, pur di non sprofondare. Ma è anche la disperata condotta per assicurarsi un posto al sicuro, lassù, tra gli affascinanti luccichii di una qualche florida, esclusiva e protetta superficie da conquistare.
Dobbiamo imparare davvero tanto.
E sono immensamente cresciute le nostre diversità. Tante ormai le testimonianze delle menti, con la buona ricchezza dei pensieri; e tante quelle dei cuori, con la buona ricchezza dei sentimenti e delle espressioni religiose. E menti e cuori, armonicamente insieme, continuamente fondano, modificano e rifondano quei nostri diversi tesori, offrendo lo spettacolo della buona ricchezza umana.
Sia da soli che insieme, individui e comunità, in gloriosa dignità, e con rinnovato vigore, possiamo adesso è finalmente comprendere il valore fondamentale dell’essenza, la vitalità dell’unione di tutte le diversità e delle risorse, ed il senso fondamentalmente edificante della donazione.
Anche per questo, nell’accoglimento della Via Maestra Discendente, siamo pronti alla Rinascita Armonica.
(aulicino)
