XXV > Il Male Armonico – 07
All’ardente consapevolezza, nello scrollante lampo di una rivelazione, cominciano a sfilare le insanità di nutrite abitudini; la compulsività di rituali acquisizioni; tutte quelle nostre smanie accumulatrici ed egocentriche; l’eccessività di forzate contaminazioni insidiosamente degeneranti.
Non manca la gravità di comuni stili alimentari che, sbilanciati e normalmente abusanti, tendono all’incontrollata ricerca di piaceri fugaci.
Ed ecco tutte quelle nostre paure ed ansie, con i derivanti bisogni di tossiche compensazioni; e quegli atteggiamenti chiusi ed aggressivi che presto, anche di alleati, fanno nemici da combattere, e così anche dentro, in noi stessi.
Ed ecco all’evidenza sfilare, abilmente mascherate, le nostre insensibilità. Quei tanti possibili aiuti che abbiamo negato. E quella non riconoscenza verso chi, invece, ci abbia sostenuto.
Ed ecco quel non saper raccogliere neppure la nitidezza di una illuminante visione; e poi, ancora, tutte quelle sperimentazioni ad ogni costo, quel cedere alle prime e più facili soluzioni, e quella testarda presunzione, nel nome di una vagheggiata intoccabile libertà, di poter far tutto e tutto disfare.
Ed ecco farsi presenti quei continui disconoscimenti ed abusi di risorse; le ripetute forzature della natura pur di averne un ennesimo futile beneficio materiale ancora in cambio.
Ed ecco le industrializzazioni selvagge, tutti gli sfruttamenti eco-incompatibili, le inerzie consolidanti di sistemi corrotti, le rovinose riprovevoli corruzioni intellettuali e le plasmabili nefaste ignoranze.
Ed ecco le vili sudditanze ai poteri, le presunzioni e le arroganze, gli orgogli deprimenti e le generali indifferenze, la diffusa mancanza di attenzione e dedizione, e le ansanti richieste poi d’intollerabili piaceri e lussi.
Ed ecco l’aridità diffusa di un sentire cronicamente viziato, e l’insostenibile vuoto di esibizioni che, tra incensate e lustrate superfici, senza cuore né ragione, ancora proseguono.
Ed ecco sfilare quell’evanescenza dei nostri più intimi battiti, fatalmente spesso anche raggelati, alla supplicante presenza di un mondo che, affaticato e bisognoso, tremendamente soffre.
(aulicino)