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XXII > Il Male Armonico – 04

Si ritirano gli occhi al muro denso di nuvole. Tutt’ad un tratto più distante si fa il cielo, quel mantello celeste che avevamo davvero creduto di potere indossare. Enormemente più distante. E comincia lentamente a disciogliersi quell’onnipotenza dipinta sui volti viventi di passeggeri che hanno davvero creduto di potersi innalzare oltre, come dèi.

Il sole, eclissandosi, lassù piange commosso. E nessuna delle solite lucenti comparse può del tutto allietarne l’assenza. Non può che svanire oltre gli orizzonti. Non può far nulla per restare. Soltanto residuano i suoi ultimi raggi a dirotto, come lame senza origine, bagliori cadenti da un abisso. Non sarà per sempre, ma così deve essere e sarà. Così è già scritto.

E per la paura intanto, nel clima teso di una diramante depressione, anche le scelte meno assennate e quelle più pericolose vengono imposte. Nuove ansie e nuovi mali si generano. Un velo di terrore sottilmente anche irrompe. Ma non tarda a dilagare. Ed impietosamente vengono anche infettate quelle delicate menti della generazione prossima di noi, mentre risorse, sempre più rare e preziose, irresponsabilmente ancora sono sprecate.

Eppure tutto è compiuto. Il movimento armonico di rinascita discendente è già in atto. Cielo in terra che discende e che risale brillando. Così eternamente è compiuta l’Armonia.

(aulicino)