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XXXII > Il Male Armonico – 14 

Nell’essenziale accoglimento della rivelata Madresorgente armonica di tutti gli universi –, nei cuori come nei corpi, non può che anche proclamarsi l’esigenza di alzare in fondo lo sguardo e riconoscere un mondo da troppo tempo lasciato nell’indifferenza; vergognosamente affamato, ogni giorno in lotta per non morire, come un miserabile condannato; costretto ai margini, lì disperato ad urlare, anche in gelido silenzio, quella dignità negata, quel diritto a beni minimi essenziali e al godimento di quelle piccole semplici cose vissute nell’amore, quel sacrosanto diritto alla felicità. 

Sono tutte condizioni evidentemente inviolabili, ma che pure, quasi inconcepibilmente, continuano ad essere negate da sistemi politici seriamente ammalati di continua “crescita e prosperità”.

Per quanto dobbiamo assistere all’ignominioso spettacolo di potenti e reti istituzionali varie che, ciascuna secondo proprie ricette, restano ancora di fatto più o meno sfacciatamente impegnate a depredare le nostre risorse? Per quanto ancora? E per poi averne cosa in cambio? Questo esasperato desiderio di benessere materiale vale davvero il costo della nostra più intima realizzazione? 

E di cosa abbiamo paura? Sempre più avvolti da costruiti bagliori, pensiamo di poterci davvero elevare al di là della miseria? Delle malattie, della precarietà dei corpi, della stessa morte? Pensiamo davvero di poter fuggire per allontanare quel che più temiamo? Quando saremo finalmente capaci di manifestare la nostra compassione? Di riscoprirci nella nostra emozionante umanità?

Siamo meraviglie di fragilità. Tutti presenti spettacolarmente immersi in viaggio nella nostra toccante caducità. Ed in quest’altro basilare riconoscimento armonico ritroviamo una delle più grandi nostre ancore e forze. Permanenza nell’impermanenza, ordine nel caos, certezza nell’instabilità. Siamo luci armoniche nel vertiginoso spettacolo della notte.

(aulicino)